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Giovanni Trimboli, il fotografo di Snoopy
a cura di Massimo Tricamo
Una vita avventurosa in giro per il mondo, un personaggio affascinante, un fotografo ed editore di successo che a ragione entra nella galleria dei milazzesi illustri. Giovanni Trimboli nacque 95 anni fa al civico 3 di via Cassisi, dove il padre gestiva un avviato studio fotografico che in quegli anni immortalava, giorno dopo giorno, la vita quotidiana - tanto pubblica, quanto privata - dei Milazzesi. Stefano Trimboli, classe 1899, non ebbe lunga vita: morì giovane, ad appena 47 anni, riuscendo tuttavia a tramandare i segreti del mestiere ad alcuni dei suoi numerosi figli. A partire da Santi, il primogenito trasferitosi a Pescara, dove stampava cartoline illustrate anche per Milazzo. E ancora Nino, che avrebbe poi gestito un suo laboratorio fotografico nella vicina Barcellona Pozzo di Gotto, e Giovanni, destinato a diventare il fotografo, designer ed editore di Snoopy, il celebre cane dei Peanuts.
Il suo primo incarico importante Giovanni - Gianni per amici e parenti - lo ebbe nel 1949. Alle Eolie impazzava la «guerra dei vulcani» tra la diva di Hollywood, la stupenda Ingrid Bergman, ed Anna Magnani, regina del cinema italiano. Stromboli e Vulcano facevano da sfondo alle loro pellicole cinematografiche ed al triangolo amoroso che ruotava attorno al regista Roberto Rossellini. Il quale arruolò nel set di Stromboli il giovane Trimboli, allora diciannovenne, quale fotografo di scena ed aiuto operatore.
Lo studio Trimboli con sede a Milazzo e filiali a Barcellona Pozzo di Gotto e Lipari (ca. 1950, Archivio Storico Museo Etnoantropologico e Naturalistico "Domenico Ryolo".
Le suggestioni hollywoodiane e la magnetica bellezza dell’attrice svedese giocarono verosimilmente un ruolo importante nel convincere il giovane fotografo milazzese ad emigrare negli USA, dove - proprio ad Hollywood - venne assunto quale fotografo di scena ed aiuto operatore. Durante il soggiorno statunitense, conclusosi nel 1957, maturò il culto per la fotografia paesaggistica, che avrebbe abbracciato dalla fine degli anni Cinquanta sino a tutti gli anni Settanta, affiancando all’attività di fotografo quella di editore di cartoline e guide illustrate. Così, mentre la sua fama di giramondo si consolidava, i paesi che si mettevano in posa per le sue cartoline (pubblicate con case editrici terze o a mezzo della propria casa editrice, la Grako) diventavano sempre più numerosi: Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, per il Nord Europa, Egitto, Grecia, Malta e Turchia, per l’area del Mediterraneo. Ed ancora: Svizzera, Giordania, Israele e Perù.
Non solo giramondo, ma anche tombeur de femmes, autentico dongiovanni. Una foto apparsa su diversi periodici norvegesi nel 1970 lo ritrae quarantenne accanto alla splendida modella Aagot Sten mentre veniva girato un documentario sulla pesca locale. Le occasioni di frequentare belle ragazze certo non gli mancavano. Sul web girano ancora le foto che scattò ad Aliki Voyouklaki, bellissima reginetta del cinema greco. Negli anni Novanta ad un periodico norvegese confidò di aver avuto ben 11 figli da 8 compagne diverse: norvegesi, tedesche, italiane e statunitensi difficilmente resistevano al suo fascino. Ma torniamo alla sua produzione.
La stella del cinema greco Aliki Voyouklaki in una foto di Giovanni Trimboli
Particolarmente proficua la fotografia paesaggistica dei paesi scandinavi, con un occhio particolare alla Svezia, chissà… forse in omaggio alla musa Ingrid Bergman. Il Museo delle Poste Svedesi ricorda nel suo sito internet due italiani, noti per aver «fotografato panorami in tutta la Svezia, Dino Sassi e Giovanni Trimboli, che secondo Göran Brämming erano due gentiluomini chiassosi ed affascinanti. Sassi e Trimboli erano concorrenti e talvolta litigavano tra loro. La specialità degli italiani erano le vedute coi fiori in primo piano ed il soggetto sullo sfondo».
Stoccolma, edizioni Grako, cartolina viaggiata del 1978: tipica foto svedese di Giovanni Trimboli coi fiori in primo piano (fonte lastdodo.com).
La sua svariata produzione annovera non solo cartoline, ma anche servizi fotografici per la compagnia aerea e per alcuni musei della Svezia, ed ancora guide turistiche, alcune tradotte in più lingue, come quelle su Stoccolma, sui parchi nazionali svedesi e sullo zoo della stessa Stoccolma, perlopiù edite dalla Grako negli anni Settanta, proprio quando faceva amicizia con Charles M. Schulz, il papà di Snoopy, Charlie Brown, Linus e degli altri personaggi dei Peanuts: il loro primo incontro ebbe luogo a Santa Rosa nel 1977.
Le sue eccellenti qualità in materia di fotografia paesaggistica si manifestano in tutta evidenza nella guida Peru en color (Lima 1967) ed in quella del 1981 intitolata Norway Sweden Finland: the lands of the midnight sun, ossia i paesi del sole di mezzanotte. La fotografia si compenetra con l’arte, per la quale in passato aveva contribuito alla nascita di due lussuose edizioni, quella sull’Orlando Furioso di Ariosto, con tavole e illustrazioni di Fabrizio Clerici ed introduzione di Riccardo Bacchelli, e quella su Giacomo Serpotta, entrambe edite da Electa, la prima in particolare nata nel 1967 in collaborazione col suo quartier generale milanese di Rho, poi trasferitosi a Lainate, dove sfornava anche cartoline per diverse località turistiche del Piemonte e souvenir turistici su cui faceva stampare le proprie fotografie: vassoi, piatti e piattini plastificati recanti immagini di città o persino dei reali di Svezia.
La sua vocazione di fotografo abbracciava pian pianino la grafica ed il design, che trovavano terreno fertile nella collaborazione instauratasi con Schulz, il quale di lì a poco gli avrebbe affidato l’esclusiva per l’Italia di uno dei suoi figli prediletti, Snoopy, la cui immagine appariva in ogni dove, soprattutto tra gli articoli di cartoleria destinati agli studenti, dai quaderni ai diari, dalle carpette ai carpettoni, ed ancora zaini, borselli, spille, mollette, ma anche magliette e felpe. Tutti distribuiti da aziende del settore, quali Mondadori e Cartorama, e tutti recanti rigorosamente la dicitura «design by Giovanni Trimboli». Una dicitura che fruttò al fotografo di Milazzo guadagni favolosi, tanto da meritarsi l’appellativo di «Re Mida degli affari».
Snoopy... by Giovanni Trimboli (fonte: Ebay)
Quel primo incontro a Santa Rosa del 1977 fu dunque l’esordio di un lungo e proficuo sodalizio con Charles M. Schulz, noto anche col soprannome di Sparky, affibbiatogli due giorni dopo la nascita da uno zio che lo chiamò come il personaggio di un fumetto allora popolarissimo: «successivamente - amava raccontare lo stesso Giovanni Trimboli - forse nel 1984, Sparky e Jeannie (la seconda moglie di Schulz, ndr) mi invitarono a un concerto in Santa Rosa, poi cenammo e, diversamente dalle sue abitudini, Sparky non tornò subito a casa, ma preferì passeggiare chiacchierando con me. Siamo poi finiti in una gelateria sempre parlando fitto fitto. Non la smetteva mai di farmi domande, voleva sapere tutto della mia vita. A conclusione di questi simpatici, irripetibili momenti, il giorno seguente Schulz, dopo un nuovo incontro questa volta di lavoro, mi porse una busta e mi salutò. L’aprii e mi trovai in mano uno Snoopy disegnato per me, anzi Snoopy in una delle sue trasformazioni: occhiali sul naso, come me, occhi socchiusi per mettere a fuoco meglio, come spesso faccio io, e davanti a me-Snoopy tanti bicchieri, come uso bere io, con il pensiero “Ecco il famosissimo Giovanni Trimboli che intrattiene gli amici con le storie della sua vita”. Snoopy trasformista era dunque diventato me. Non fu un regalo da poco perché Sparky è una persona e un autore di grande riserbo e introversione. La sensazione emotiva per il dono di questa straordinaria immagine di me mi accompagnò per tutto il percorso verso l’aeroporto di San Francisco e da lì a New York e poi a Milano. Fu una lenta carrellata sulla mia vita: l’affinità di sentimenti, i figli, le donne, il lavoro, i doveri e questo eterno senso di colpa che accompagna la nostra presenza sulla faccia della terra».
Nel 1990, in occasione del 40° anniversario del lancio dei Peanuts, giungeva il coronamento del connubio che aveva unito sino ad allora Trimboli e Sparky, ossia la pubblicazione, a cura dello stesso Trimboli, del libro intitolato «40 anni , vita e arte», un omaggio a Schulz ed alla sua geniale creatività. Il volume, distribuito in Italia da Rizzoli, venne pubblicato anche in inglese e francese e si fregiava della autorevolissima prefazione di Umberto Eco, il cui celebre romanzo Il nome della Rosa aveva ispirato qualche anno prima il fortunatissimo film con Sean Connery. «Grazie a Giovanni Trimboli abbiamo potuto fare colazione insieme ad Eco al Louvre, in occasione della mostra su Sparky. Era il gennaio del 1990», racconta nel suo blog Jeannie, la vedova di Schulz, che pubblica due foto parigine in cui Eco e lo stesso Schulz venivano fotografati accanto al fotografo di Milazzo. «Ero tutta orecchi, ma confesso con imbarazzo che non ricordo nulla della discussione. Ricordo però che quei due uomini si veneravano a vicenda. E che il nostro ospite, Giovanni, era sempre stato una buona compagnia. Fui proprio fortunata a sedermi a quel tavolo».
Da sinistra verso destra, Jeannie, seconda moglie di Charles M. Schulz, lo stesso Schulz, Giovanni Trimboli ed Umberto Eco a Parigi nel 1990 (fonte:schulzmuseum.org/jeanschulz).
Un impero finanziario, quello creato dal fotografo milazzese - il quale tentò anche la commercializzazione dei gadgets dei Puffi di Peyo, lanciando pure la fortunata collana di quaderni Miss Petticoat - coronato da un sontuoso appartamento nel Principato di Monaco, cui si aggiungevano una villa a Rho e diverse unità immobiliari tra Lipari e Milazzo. Una favola vissuta a gonfie vele, fin quando l’ennesimo incidente automobilistico (uno dei quali a bordo della sua lussuosa Cadillac) gli fu fatale. Il 22 marzo 1996 precipitava in un burrone nei pressi di Catania, forse per un colpo di sonno dovuto al fuso orario: pare che fosse di ritorno dall’ennesimo suo viaggio negli Stati Uniti d’America.
Fonti:
Antonio Garzotto, Una vita da film - Da “Stromboli” al Principato di Monaco in Gazzetta del Sud del 28 gennaio 1997
Schulz, Charles M., 40 anni : vita e arte a cura di Giovanni Trimboli, prefazione di Umberto Eco, Rizzoli Milano Libri, Milano 1990
Celebert besøk i Bodø småbåthavn, articolo apparso sul periodico norvegese Fremover il 12 agosto 1970
Vykorten från Sa-mar, articolo apparso sul sito internet del Museo delle Poste Svedesi e visionabile al link https://www.postmuseum.se/blogg/vykorten-fran-sa-mar/
Un ringraziamento per queste prime ricerche va a Maria Grazia Caliri e Girolamo Fuduli
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